2 settembre 2006

Il cuore

Con una voce piatta, tranquilla, come se mi stesse chiedendo se voglio il latte nel caffè, una voce così pacata da far sembrare irreale quello che sta per dirmi...
"Brutte notizie? che è successo?"
"Sono dal dottore"
"E...?"
"Si è rotta la valvola mitrale, ho il cuore che si è ingrossato del cinquanta per cento: devono operarmi d'urgenza"
...
"rotta la valvola mitrale...cuore ingrossato...operarmi d'urgenza"
...
rotta... L'unica cosa che riesco a pensare è quanto suoni strano quel rotta come se la valvola del cuore fosse un pezzo meccanico che si può aggiustare.
Corro.
Corro come un pazzo in mezzo al traffico e arrivo dal dottore.
Lei è lì seduta che legge. tranquilla, normalissima. Si direbbe che stia bene... Ma le mani tremano.
Dottoressa, impegnative, fotocopie, cartine stradali, centro Cardiologico, appuntamenti, corsa nel traffico, altra dottoressa, Cardiochirurgo.
Che non c'è.
Il chirurgo se n'è andato! Torna domattina. Infuriato chiedo di un cardiologo.
Cardiologo, visita, io aspetto.
"E' un'operazione che si fa spesso, non si preoccupi!"
si ma caro il mio cardiologo tu quando hai visto le radiografie ti sei preoccupato, cazzo, credi che non me ne sia accorto?
A casa. Spedita a casa e domani forse si fa vivo il chirurgo.

Le voglio bene. Ho paura.

7 agosto 2006

Laura Iuorio online!

Ma come non sapevate che ora c'è questo sito? Andatelo a visitare!
Primo perché è un sito veramente fico (l'ho fatto io!), poi perché c'è molto di bello da leggere: ci sono racconti, articoli e -udite udite- un INTERO ROMANZO liberamente scaricabile. Laura Iuorio è una scrittrice di talento!
E ai primi che commenteranno sotto questo blog potrebbe arrivare in omaggio una splendida copia de "il sicario" autografata dall'autrice!
Mi raccomando: se amate leggere http://www.Lauraiuorio.it

5 agosto 2006

Ti guardo

Tu che racconti giocando coi tuoi capelli rabbiosi, incapaci di restare liesci e ordinati come vorresti, ma comunque di una bellezza selvaggia che non apprezzi. Le tue mani, le tue mani da strega bellissime e affilate che giocano a rincorersi lungo la coscia... Le tue gambe, Dio come mi piacciono le tue gambe! E ora anche gli sguardi veloci che concedo loro forse per te sono troppo. Ma racconti e sorridi, allungando il collo sottile.
Una carezza, una carezza! Ma lo sai che non si può... Dopo una carezza inizia un abbraccio, poi il tuo collo chiama baci e poi... E poi come riuscirai a fermarmi? Lo sai già e capisci al volo, ma è solo un attimo di malinconia quello che passa nei tuoi occhi. Non è il momento, anche se la tua lunga mano da strega accarezza con distratta voluttà la coscia che spunta dal'orlo della mia mini preferita. Ti vorrei, qui. Ora

12 luglio 2006

Eva

E fu allora che vidi Eva: inguainata in quell'abitino bianco e blu e protetta da un sorriso di circostanza praticamente perfetto, le lunghissime gambe affusolate appoggiate ad uno scomodo sgabello e le mani sottili a reggere quei volantini bianchi e blu come il vestito, era la perfetta sintesi della classe e dell'eleganza. Era uno di quei momenti in cui capita di provare quella sottile sensazione di inadeguatezza poco definita, del tipo "lei è inarrivabile".
Mentre Eva dormicchia sul sedile del passeggero, ripenso a quel primo incontro ginevrino in cui io, tecnico spaesato per di più assunto dalla concorrenza, sbirciavo noncurante nello stand BMW più interessato alle hostess che non alla nuova Z4; ripenso al momento in cui mi sono fermato a guardarla. Professionale, algida, altera e bellissima si destreggiava in spiegazioni agli anziani acquirenti di auto di lusso per poi bloccare lo sguardo su di me, con fare interlocutorio. Che cosa dire, fare baciare lettera o testamento, in quei momenti? Niente, sono istanti di puro imbarazzo...
E come al solito, quando mi trovo in imbarazzo, mi metto a ridere. E ride anche lei, quasi a voler comprendere che io non ho nulla a che spartire con la clientela abituale dei suoi datori di lavoro. Da lì al caffé il passo è breve, da lì a scherzare sul fatto che il caffé all'estero è imbevibile è un passo ovvio... Gli altri passi non sono importanti.
Ed Eva ora è qui accanto, portata dal vento fino alla provincia di Milano e pronta a turbinare per un'altra meta distante chilometri... Nemmeno lei sa ancora se si tratti della Svizzera, dell'Australia o di Marte e si concede soltanto qualche occhiatina dalle palpebre semichiuse e piccoli sorrisi quando si accorge che faccio solo finta di non guardarla. Bellissima, sempre. Eva ha un senso di perfezione innato che al rende magnifica anche in occasioni in cui una persona comune sarebbe impresentabile. C'è in lei qualcosa di zen, come se ogni cosa fuori posto fosse stata messa in disordine ad arte per essere la più bella possibile... Non è semplicemente spettinata o assonnata, è spettinata bene ed ha gli occhi chiusi con grazia. Persino quella puntura di zanzara sul polpaccio sembra starle bene.
Eva è partita. E' salita su quell'aereo per l'Ungheria decisa a tornare a casa e finire gli studi. E restare in quel suo paese che lei racconta con meraviglia e bagliori nei bellissimi occhi neri.

Buon viaggio Eva.

16 giugno 2006

Concerto per portiere e motorini

Puntuale si ripete nel weekend il concerto settimanale per portiere e motorini sotto le finestre di casa. Oddio, non solo nel weekend, ma comunque in mezzo alla settimana dovrei comunque svegliarmi.
Ordunque intorno alle sette, sette e trenta, il mondo sembra svegliarsi nel fragore di sportellate e cinquantini tirati al massimo. Gli sportelli non sono sbattuti, sono deflagrati contro la carrozzeria ad ogni chiusura: BLAM BLAM BLAM BLAM! scende qualcuno, risale qualcuno, riparte l'auto, ne arriva un'altra BLAM BLAM! Nel momento di pausa tra le portiere, ecco che entra fragoroso il cinquantino. Il quindicenne Rhodense ha imparato un solo modo per guidare scooter: a canna.
Il concerto inizia in crescendo e non si conclude. O almeno si conclude per me alle nove di domenica mattina, ora in cui normalmente sono già in bagno per le abluzioni.
Poi suona il telefono.
Da qualche settimana ad oggi, in casa squilla il telefono fisso.
Sempre.
dalla tarda mattinata fino alla sera inoltrata telefonano tutti.
Quanti amici, eh?
Amici, ma quali amici? E' tutta gente che vuole vendermi condizionatori, farmi cambiare gestore telefonico, provider internet, intervistarmi, vendermi Sky di nuovo anche se ce l'ho già... Una volta mi ha chiamato la TIN per vendermi l'ADSL; ho cortesemente ribadito che l'avevo già, e proprio Alice di Telecom, ma mi hanno risposto che TIN e Telecom sono due società comunque distinte anche se virtualmente identiche e mi stavano convincendo che l'ADSL di TIN è più conveniente di quella di Telecom... Pazzesco! E' come se la Fiat tentasse di convincermi che la Punto non è un granché per vendermi la Panda!!!
All'interno di questa situazione surreale, quasi mi convinco che rispondere al fisso è inutile. Davvero, chi mi vuol trovare ha il mio numero di cellulare, l'email, msn e volendo anche il codice dei segnali di fumo, perché dovrebbe chiamarmi al fisso? Poi però penso alla nonna, alla zia anziana, a qualcuno che mi cerca sull'elenco telefonico, qualcuno che ha davvero urgenza.... E così rispondo.
"Buongiorno, sono di Delta Media, stiamo conducendo un sondaggio sull'ibridazione dei vombati, posso farle qualche domanda"?
Ma vavavavava!!!

15 giugno 2006

Il cuore ha sempre ragione

Osservate con quanta previdenza la natura, madre del genere umano, ebbe cura di spargere ovunque un pizzico di follia.
Infuse nell'uomo più passione che ragione, perchè fosse tutto meno triste.
Se i mortali si guardassero da qualsiasi rapporto con la saggezza la vecchiaia neppure ci sarebbe.
Se solo fossero più fatui, più allegri e dissennati godrebbero felici di un' eterna giovinezza.
La vita umana non è altro che un gioco della follia.

Il cuore ha sempre ragione!

11 giugno 2006

She Screams in silence

Lei ogni tanto è fredda, secca. Non esprime rabbia o dolore, ma so che quando non esprime nessun sentimento, allora li prova anche più intensamente di quando li da a vedere. E di solito questo è il momento più difficile per comunicare... Perché so bene che qualsiasi cosa dica non avrà l'effetto di farla stare meglio, ma so anche che non posso fare finta di niente, non quando la vedo così.
Seguirò il suo modo di vedere le cose, ma chissà se motivato da una sua reale intenzione o solo da uno scatto stizzoso di rabbia? Non c'è molto spazio per discutere e lei ha bisogno dei suoi spazi... Solo che davvero mi intristisce chiudere i nostri dialoghi così male, specie se poi devo andare via per qualche giorno. Vorrei solo poterle dire che rispetto le sue decisioni, che le trovo sensate e che non lo faccio solo per adularla.
Come al solito lei ha ragione. Dala parte razionale lei è impeccabile: la logica non l'abbandona mai e le sue decisioni sono in effetti le più sensate. Ma dalla parte sentimentale? Non ci può essere solo logica e buon senso, a volte bisogna anche aprirsi al sentimento. Ma forse non è lei che si chiude, sono io ad essere troppo aperto. Un po'di logica in più non può che farmi bene.
D'altra parte è così che funziona per due buoni amici.

Frasi da cioccolatino

Ho una certa qual idiosincrasia per le frasi da cioccolatino.
Intendiamoci, in diversi anni di onorata carriera etero, non me ne hanno mai rivolte (al massimo mi hanno regalato un fiore, ma questa è un'altra storia) ma mi stupisco sempre quando sento il ragazzo di turno tentare di agganciare la bella desiderata con la frase fatta ed abusata.
No davvero, non posso credere che funzioni! Nessuna ragazza merita una banalità del genere! Quando sei con un'amica e senti arrivare uno che inizia con "Scusami, hai il porto d'armi? Perché con quegli occhi potresti ferire qualcuno..." Io resto semplicemente congelato.
Ma insomma, se ti piace, sbattiti un attimo!!! Non approcciare con la frase da Bacio Perugina, usa la fantasia! Lo so che la cosa non mi dovrebbe riguardare, ma quanto sento certe cose mi sento quasi in dovere di scusarmi con la mia compagna per l'idiozia della razza maschile. Davvero! Provo imbarazzo di fronte a questo sfoggio di ingenuotta banalità.
Se non volete farlo per voi, fatelo per me: arricchite il vostro bagaglio poetico con qualcosa di più che un messagino passatovi via sms.
A meno che il vostro metodo non funzioni davvero; nel qual caso fate bene... Non sarete mai il massimo della profondità, ma tanto lei non se ne accorgerà mai.
Potreste evitare di riprodurvi?

27 maggio 2006

Problemi col computer?

Passo parecchio tempo al pc, ultimamente. E tutto questo tempo, probabilmente, ha affinato la mia abilità davanti alla macchina, tanto che spesso amici e parenti mi chiedono di dar loro una mano quando litigano con problemi informatici di vario tipo.
Ed è curioso vedere come un po’ di scioltezza davanti allo schermo viene interpretata da loro come un dono divino, un’aura di misticismo tecnomagico che rende il “tecnico” una specie di profeta, l’unico capace di interpretare le oscure centurie vomitate dal monitor recalcitrante, l’unico realmente in grado di domare la belva che non vuole più farci scaricare la posta o giocare a Doom III, intestardendosi su oscuri misteri denominati “aggiornamenti di drivers” o “Insufficienza di ram”.
Capisco la situazione, perché ero così anch’io fino a qualche anno fa. Ma comunque ho cercato di capire come funzionano le cose, sbagliando, sperimentando… Più che altro chiedendo in giro aiuto ad amici più periti.
E adesso che una buona fetta di amici mi dice che sono “bravo” (e una certa cerchia di conoscenti mi tratta come se fossi una specie di santone computerapeuta che risolve ogni problema informatico con la sola imposizione delle mani), mi concedo una riflessione su coloro i quali a volte mi chiedono assistenza.
Intendiamoci… io non sono “bravo”, non di fronte a certi esperti (che esperti lo sono davvero) di gran lunga più abili del sottoscritto, soprattutto nel campo del software meno diffuso e più specialistico, magari arricchiti da corsi specifici, da lauree e diplomi e non da una mera esperienza da autodidatta… Tuttavia, con un certo grado di superbia, ritengo di aver acquisito una certa sintonia col mondo dei pc e di essere più abile di tanti sedicenti tecnici che affollano gli ambienti sociali (perché la tecnologia è sempre di moda).
E veniamo alla giornata-tipo dell’ ”amico che aggiusta i computer”.
Il pc è ancora visto come qualcosa di misterioso, qualcosa che, come i film di fantascienza insegnano, può scatenare in pochi secondi una guerra termonucleare globale, piuttosto che surriscaldare i tramezzini nel tostapane. Posso capire che l’utente medio covi un certo timore reverenziale per questa macchina del giudizio universale poggiata sulla scrivania; senza contare che il computer ha un altro grosso difetto: è costato tanto! Il padre di famiglia ha comprato un oggetto che non sa bene a cosa serva per il figlio studente, l’ha pagato qualcosa come millecinquecento euro, e dopo un mese non funziona. No, c’è qualcosa di sbagliato… Non è possibile che un oggetto che “prima funzionava”, adesso, senza che siano subentrate modifiche sostanziali (quali un urto a centossessanta all’ora, o un macigno piovuto dal cielo, piuttosto che un fulmine da 1,21 gigawatt), smetta di fare quello che deve.
Mi hanno imbrogliato. O forse non dovevo andare in quel sito dove dicevano che si vinceva una vacanza ai Caraibi… che mi hanno detto che c’ho il virus iniettato da un pirata informatico cinese. E poi l’hanno detto anche al telegiornale che questi virus sono dappertutto e che tutti i giovani scaricano i film porno illegali e magari arriva anche la finanza.
Così, il malcapitato, terrorizzato da un macchina infernale di cui sa solo che:
1- costa tanto
2- può essere usata per fare del male,
si decide a chiamare Colui Che Ne Sa.
E il sottoscritto arriva.
Una buona parte delle volte va bene: c’è qualche spyware da togliere, c’è da risistemare la connessione a internet, bloccata da qualche dialer e cose così… Il più delle volte c’è da rimettere le password per la gestione della posta elettronica, password che sono finite immancabilmente in un foglietto sperduto, conservato insieme a centinaia di cartacce assolutamente inutili… Ed è sempre un traffico ritrovarli. Ed è anche divertente vedere l’uomo impacciato che, recuperato il foglietto te lo porge chiedendo “E’ questa la mia parola segreta?” come se tu fossi il depositario di tutte le password del mondo.
Ma a volte va male.
Arrivi e hai davanti un computer di cinque o sei anni fa, con periferiche già all’epoca assolutamente inadeguate (sarà costato meno!), sovraccaricato da programmini scaricati chissà dove e da antivirus sempre più aggiornati che lo imballano… E non ci puoi fare granché. Al massimo un po’ di pulizia, ma è un palliativo… E poi devi rispondere alla più fatidica delle domande… “Perché non funziona?”
E non puoi dirgli “perché hai un rottame anteguerra assemblato da un idiota che a quest’ora è morto di vecchiaia e l’hai impestato con spazzatura orribile”, ma cerchi di fargli capire che con la veloce evoluzione informatica a volte può succedere che i pezzi più “vissuti” non ce la facciano a star dietro alla esorbitante richiesta di potenza delle applicazioni moderne.
E qui lui ti guarda… Ti valuta… come se lo stessi prendendo in giro, perché “Prima funzionava” e “non è possibile, perché sei anni fa l’ho pagato tre milioni e mezzo”.
Non si può spiegare! La spiegazione che i programmi possano entrare in conflitto tra loro, che software ed hardware possano litigare, che Microsoft sia (molto) fallibile, non è contemplata. Ho pagato, quindi non è possibile che non funzioni. Punto.
A volte può accadere il miracolo: convinto dalla tua abilità e delle tua assoluta buona fede si decide ad aggiornare l’hardware. Questa è la cosa più pericolosa. Se devi sostituire qualcosa, devi essere assolutamente certo che DOPO, il pc si comporti esattamente come PRIMA. Passare da win98 a XP può essere un trauma per l’utente medio!
Ma scherziamo? Prima avevo la barra di sotto grigia, adesso è blu col pulsante verde! Ma non si può far tornare come prima? E dov’è il mio sfondo di Vieri in area di rigore? Ma perché adesso il Cestino ha un’altra forma?
E se anche tutto riesce ad essere configurato correttamente c’è sempre qualche programma che non va più.
Perché l’utente medio non usa i programmi normali, se li procura dai sedicenti esperti o li compra in edicola. Ed è un fiorire di software mai sentito, realizzato da programmatori ubriachi nel dopo lavoro tra un film porno e l’altro… cose mai viste, dall’interfaccia grafica che vuole essere accattivante ma che è semplicemente orribile… Cose tipo “azzecca il totocalcio” o “Gestisci le spese della tua casa con un click”. Figuriamoci se esistono aggiornamenti per ‘sta roba, che esce allegata al “Corriere della Brianza” ogni mercoledi e giovedi.
E ti metti lì… ci lavori due ore, ottimizzi un nuovo pc, configuri Office, la posta elettronica, fai tutta la migrazione di dati, regoli l’aspetto in modo che sia identico a prima… E ti riesce tutto al primo colpo.
Meno quel cazzo di programmino del Corriere della Brianza. Che sai che non funzionerà mai.
E lui si irrita. “Ma prima funzionava!”.
Non importa quello che hai fatto. Lui vuole azzeccare il totocalcio, o gestire e spese di casa con un click. Il fatto che ora funzioni TUTTA la ram e che i driver video siano aggiornati e che la connessione sia due volte più veloce e che la scheda audio finalmente funzioni e che non ci siano più conflitti di periferiche e e e … non importa. Perché prima poteva azzeccare il totocalcio e gestire le spese di casa con un click.
Chiarire che certe cose si possono fare meglio con programmi del pacchetto Office (che ha acquistato, ma mai usato) non sortisce risultati sperati: mica tutti sanno usare Excel o Access… E tu francamente un corso di Excel accelerato non hai mica voglia di farlo lì seduta stante…
Lo vedi rimanere lì, con l’espressione dubbiosa, col sospetto che tutto il casino che hai fatto non sia servito a nulla e che, soprattutto, tu gli abbia fatto spendere soldi per non avere nessun miglioramento… Anzi… adesso non può nemmeno più gestire le spese di casa con un click. Quel dannato programmino è la sua unica ragione di vita! Non ti lascerà andare finché non lo avrai fatto partire come si deve.
E allora, se sei proprio fortunato, trovi l’aggiornamento su internet, o scopri che la compatibilità del programma può essere aggirata… Insomma fai il miracolo… e diventi il suo dio, l’unico che c’è riuscito, che ha messo a posto tutto dove tutti avevano fallito prima di lui… Colui Che Ne Sa ha meritato la sua fama…
Puoi finalmente tornare a casa, stremato, accendere il tuo Athlon 64 4000+ e godere del ronzio delle dieci ventole silenziate che lo tengono a temperatura strettamente controllata, beandoti del fatto che i nuovi drivers della scheda video fanno registrare 10 frames al secondo più di prima. E far partire con soddisfazione il programmino che ti permetterà di gestire le tue spese di casa con un click.

26 maggio 2006

26 maggio

In questa serata che mi sta lentamente portando verso i Trent'anni, sento molto "mia" questa vecchia canzone di un cantautore particolare e straordinario. Me la dedico da solo, in un attimo di megalomania.


Il Dito e la Luna

C'è un sipario che s'alza
e un sipario che cala
si consuma la corda e la tela
se per noi vecchi attori
e per voi vecchie attrici
i ricordi si fan cicatrici
non è il senno di poi
che ci aiuta a correggere
con il tempo ogni errore
che nel tempo si fa
mentre ancora chi guarda
nel silenzio allibito
già sussurra "L'artista è impazzito"
come i gatti di notte
sotto stelle sbiadite
crede forse di aver sette vite
quando invece col dito
indicare la luna
vuole dir non averne nessuna.
C'è una sedia da sempre
nella fila davanti
riservata per noi commedianti
perchè mai la fortuna
ch'è distratta e furtiva
ha avvertito la sera che arriva
nella cinta se mai
altri buchi da stringere
e allargare un sorriso
se è così che si fa
con la luce che scende
col sipario che cala
si consuma la corda e la tela
si divide d'un tratto
da chi ha solo assistito
chi indicava la luna col dito
e ogni volta lo sciocco
che di vite ne ha una
guarda il dito e non guarda la luna

9 aprile 2006

Improvvisa

Bea è improvvisa. Non c'è un preavviso, un preparativo... Lei appare a distanza di telefono, reduce da chissà quali disavventure, pronta a fermarsi un attimo prima di ridecollare verso la sua vita tempestosa.
"Ty, sono qui in stazione, sei a casa?"
Si, Bea, lo sai che sono a casa, e sai anche che c'è un cantuccio per te... Non ti lascio lì al freddo a cercare un albergo di notte.
"Sono stanca" mi dici assonnata sbirciando la foto di mia nipote "proprio stanca".
Ti porto su quasi a braccia e in men che non si dica eccoti lì: nel divano letto allestito in quattro e quattr'otto, Bea si mummifica nelle coperte e ronfa quasi all'istante. Ormai non le chiedo più che cosa, dove e perché. Lo so che fa un mestiere da orari impossibili e so come è fatta. Riposati Bea, domani ne parliamo davanti alla tazzona di the.
Mi allontano, mi lavo e torno in camera. Bea è nuda nel mio letto, ben sveglia e mi guarda.
"Ho freddo, Ty".
Una frase che farebbe ridere persino letta in un fumetto. Eppure ha davvero freddo.
Ci scaldiamo. Con passione, forza, trasporto, senza sapere il come e il perché... Siamo lì e va bene così...
Bea si addormenta accoccolata sul mio petto... Ogni tanto si sveglia, giocherella col mio orecchio, poi torna a respirare lentamente.
Io ho sonno ma non dormo.
Bea è di passaggio. E' sempre stata di passaggio, di corsa; Bea è futurista, non semplicemente dinamica, ma dinamismo fatto donna.
Ma io sono qui, e ho pensieri per un'altra persona... Una persona con cui vorrei essere ora, con cui non sono più, ma che frequento ugualmente. Arrivo persino a sentirmi in colpa per quello che è successo, anche se la mia parte razionale mi ripete che sono single e che quello che è appena successo è del tutto normale.
Bea si sveglia con un occhio alla volta e se ne va. La trovo in cucina che mangia una mela. Non la sbuccia, non lascia il torsolo: un'abitudine in comune con me, quella di non lasciare avanzi delle mele.
Bea mi sorride: "Avevo fame" annuncia a bocca piena, in un misto di ingenuità bambinesca ricciolosa e di una sensualità quasi da pantera, vanificata da orrendi calzini a quadretti.
Bea ammicca, mi guarda e mi chiede, complice: "dai, dimmi come si chiama".
"Come si chiama chi?"
"Come si chiama lei"
"Non c'è nessuna lei"
Certo non è mica difficile da capire... ma la testa di Bea sta già turbinando verso nuovi orizzonti. Cerca un biscotto, me ne lascia metà e conclude il colloquio con convinzione: "Sono stanca, ma proprio tanto!"
Riposati Bea, e lascia qui il solito imbecille a rimuginare sulla lei che davvero desidera...

1 aprile 2006

Lei

Nonostante la data possa far pensare il contrario, non farò pesci d'aprile su questo blog. Mi preme infatti scrivere d'altro, sfogare qualche dubbio e liberare qualche tarlo... Sono stato da lei e ho visto una persona addolorata e arrabbiata, furiosa verso tutto, rabbiosa contro la vita, persino pronta a chiedersi che senso avesse vivere. Forse non aveva tutti i torti nel pensare che la sua vita sia stata avara di sodisfazioni, ma non è un po' così per tutti? Spesso la felicità è solo una pausa tra due momenti di tristezza... Eppure perché io non la vedo così? Davvero lei ha questi pensieri autodistruttivi da così tanto tempo? Per quanto sia cinicamente logico quanto mi dice, sento che è vero solo in maniera fredda, deduttiva, ma lo sento falsissimo nel cuore. E' solo una questione di punti di vista, direbbe lei, ma è soltanto un punto di vista il fatto che io le voglia bene? Quale leva smuovere nei suoi sentimenti per farle apprezzare una gioia, una qualsiasi? Anche se spero sia solo uno scombussolamento dovuto alla primavera prima in ritardo poi in piena dirompente, mi chiedo se davvero io non possa fare di più per renderla felice o se debba lasciare che sia lei a trovare la sua felicità...

24 marzo 2006

Addio Babi

Babi studia. E' molto concentrata ed è davvero difficile parlarle. Non perché sia maleducata: semplicemente perché è talmente assorta nei suoi appunti da non sentire nemmeno quello che la circonda. Forse per questo Tyreal la trova un po' scostante, anche se non è mai stato un problema.
Babi è seduta al suo posto, al suo tavolo. Anche quando Tyreal arriva presto la trova già lì, sempre un po' imbronciata, sempre con un occhio sugli appunti e uno sul vecchio portatile che marcia a fatica. Tyreal ammira tutta quella dedizione.
Babi e Tyreal a volte litigano. Niente di furioso, solo qualche battibecco stizzito su questioni marginali.
Babi si è laureata e adesso sorride e ride di gusto. Non ci sono battibecchi, né liti, solo tanta voglia di festeggiare e di riposarsi.
Babi porta a spasso un magnifico cagnolone quando Tyreal la reincontra dopo mesi. E' rilassata, sorride e sembra davvero un'altra persona.
.
Babi non c'è più. Un'incidente d'auto.
Cos'abbia pensato nell'istante che le ha portato via la vita, Tyreal non lo sa.
Sa soltanto che trentaquattro anni sono troppo pochi per andarsene.

9 marzo 2006

Ginevra, agony and ecstasy!

Ciao a tutti, care le mie teste da tagliare, Tyreal is back! ed è tornato da un'avventura Ginevrina piena di colpi di scena, di notti insonni, di belle auto e donne flessuose, di lavoro duro e ininterrotto e da giornate lunghe e tranquille. Una vita condensata in dieci giorni di Salone, giorni in cui sono stato unico responsabile del mio settore. Giorni in cui completamente solo, in terra d'Elvezia gente col Cavallino, il Tridente ed il Biscione appuntato sulla giacca mi cercavano in continuazione per aggiornare quei terribili terminali recalcitranti.
Ebbene sì: Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Ferrari e Maserati sono state la mia seconda casa in landa ginevrina, condite da interminabili traferimenti all'Hotel di Annecy, distante chilometri e chilometri dal teatro delle operazioni. Che salone! Andateci se siete in tempo, non è ancora finito. Ho troppo da raccontare: ne usciranno almeno due o tre aneddoti, ma ci sarà tempo per far sedimentare le emozioni e per ordinare i ricordi.
Un salone fatto di persone, di gente che lavora sodo e si prende la responsabilità di dare un'immagine al meglio possibile. Un saluto particolare va alle hostess: in piedi dalle cinque del mattino alle nove di sera, sempre sorridenti nonostante la maleducazione del pubblico. Vi saluto tutte. Grazie per i bei momenti.
Un salone fatto di responsabilità. Ero solo. Si, ero l'unico responsabile ed avevo una paura folle. Ero solo: nessuno aveva l'albergo nella mia città: le facce note le incontravo solo al Salone, per il resto ero io, il confine Franco/Svizzero e la lingua di Napoleone. Lingua che non ho dimenticato a quanto pare... E' andata: oggi ho lasciato il testimone al mio sostituto, che resterà lì sino a sabato e ancora mi arrivano le telefonate dei responsabili che mi chiamano perché vogliono fare variazioni ai database... E' andata alla fine.
Ci sono cose che si possono comprare, ma avere lo staff Maserati che si apre al tuo arrivo per darti modo di risolvere il problema, non ha prezzo. Il sorriso di Nadine che poi ti porta il caffè, nemmeno.

16 febbraio 2006

Oh che giornata!

Stamattina, con la pioggerellina che personalmente detesto, inizio una giornata lunga lunga. Il clima mi farebbe venir voglia di starmene a letto, ma nun se po'...
Beh, tra una cosa e l'altra sono uscito di casa che faceva ancora buio... E sono tornato a casa che faceva di nuovo buio. Eppure sono pacificamente sereno... Un po' stanco, ma ancora un po' di verve per litigare con un'amica del suo nuovo ragazzo.
Ma cosa me ne frega poi a me? Che problemi che mi faccio!
Vabbé, tanto domani è venerdi 17.
Uh, che sonno! E che fame! Quasi quasi mi mangio un Kinder!